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“Se il tatto diventa robotico”, Wired intervista Maria Chiara Carrozza su “Smarthand”

Publication date: 29.10.2009
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Lo svedese Robin af Ekenstam è il primo uomo al mondo ad aver testato una protesi di mano in grado di fornire sensazioni tattili. E’ lo straordinario traguardo raggiunto nell’ambito del progetto “SmartHand” da un gruppo di ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università di Lund in Svezia. La Professoressa Maria Chiara Carrozza, Direttore del Sant’Anna, in un’intervista esclusiva a Wired.it ha spiegato importanza e caratteristiche di questo progetto. La Scuola Superiore Sant’Anna e il laboratorio ARTS, fondato alla fine degli anni ’80 da Paolo Dario e il primo a lanciare i temi della robotica di servizio, si occupa dello studio e dello sviluppo di mani robotiche artificiali e di protesi di mano innovative dal 1999. SmartHand è stato concepito nel 2005 al termine del progetto Europeo CyberHand, di cui la Scuola Superiore Sant’Anna è stata coordinatrice. Da qui lo studio di una mano neuro-controllata nella sua interezza. L’obiettivo del progetto SmartHand, partito nel novembre 2006, è stato quello di realizzare una protesi di mano controllabile intuitivamente e in grado di restituire stimoli sensoriali alla persona. Il prototipo di ricerca SmartHand è in grado, grazie ai suoi 4 motori contenuti nel palmo, di effettuare molte delle prese utili nelle attività quotidiane attraverso i suoi quaranta sensori capaci di rilevare forza, posizione, e pressione tattile. Non richiede nessun intervento chirurgico perché si basa su interfacce di controllo non invasive. La mano robotica SmartHand è il risultato del lavoro del laboratorio e di tanti anni di ricerca nel settore, in particolare frutto dell’impegno degli ingegneri Christian Cipriani e Marco Controzzi.